K1. SILVIA LA NOTTE. Cronaca di una difesa mondiale.
Il 20 marzo 2010, al KickBoxing Superstar XIX edizione, Silvia La Notte ha difeso il suo titolo contro la turca Ozge San. Le abbiamo chiesto di farci vivere la serata e il suo incontro attraverso le sue parole.
KOMBATMAGAZINE: Brava Silvia! Grande vittoria. Ci racconti un po' cosa è accaduto e quale sono state le tue sensazioni?
Silvia La Notte: La vera sfida per me in questo galà era fare un bel match. Combattere a Milano, la mia città, mi ha sempre stressato, non so il motivo, quindi ho cercato di stare tranquilla. L'atmosfera era ottima, una bellissima serata con grandi match internazionali, grandi figther famosi, Zambidis, Stelvemas Yodsaenklai, Borovic, Madani e Leko, che hanno offerto un grande spettacolo.
Tutto inizia alle ore 20.00 con i bambini che alleno io dai 5 agli 8 anni che hanno attirato l'attenzione del pubblico e lo hanno divertito con un esibizione di KickBoxing. Poi, dopo alcuni incontri di atleti di Milano che conosco e con cui mi alleno, ecco subito il mio match. La presentazione è bellissima, un sacco di tifo per me, striscioni e coriandoli ed io...sono tranquillissima. La mia avversaria, di cui non so nulla, è giovanissima, 22 anni, ed ha 33 incontri all'attivo e...33 vittorie. Sapevo che il presidente della federazione avrebbe scelto un'avversaria degna per la difesa del mondiale! Mi conosce, non le voglio scarse le avversarie.
Inizia il match e dalle prime battute capisco che è un'avversaria difficile da inquadrare. Mobile ed attendista, evita gli attacchi come di solito faccio io, andando indietro. Mi aspetta e quando uso i pugni mi lega, oppure afferra i miei calci e finisco spesso a terra. Un po' scorretta, usa gli automatismi della Thai dove lei ha molta esperienza. Finisce la prima ripresa.
Si riparte e dopo un'altra sua proiezione cambio strategia. Alzo il ritmo, entro e colpisco con calci e pugni ed esco. Di nuovo, e su un calcio alto sinistro, presa in pieno viso si ferma. Primo conteggio.
Il secondo avviene dopo poco su un'azione calcio-pugno. Lei passiva viene contata di nuovo alle corde. Finisce il secondo round.
Riparto lucida e tranquilla. La chiudo in un angolo, mi avvicino con calci e pugni. Mi lega ma questa volta infilo le mani dentro il suo clinch, le afferro la testa abbassandola, alzo il ginocchio destro e le prendo il viso. L'arbitro interviene. Finisce il match.
Guardo il pubblico, è in piedi, coriandoli in aria...bella e grande emozione.
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